Il Sinis
Una terra fertile e accogliente
Il Sinis è una penisola della Sardegna centro-occidentale costituita da rocce calcaree e da colate vulcaniche, in parte distinta dal resto dell’isola dallo stagno di Cabras.
La parte pianeggiante orientale è ricca di stagni e paludi. L’altopiano centrale raggiunge un’altezza massima di novanta metri sul livello del mare.
Vicino all’estremità meridionale sorge l’antica città fenicia, punica e romana di Tharros.
La costa si presenta rocciosa nella parte meridionale di Capo San Marco e, procedendo verso nord, diventa dapprima sabbiosa, poi caratterizzata da alte falesie.
La penisola del Sinis è una terra fertile, felice, con stagni adatti alla caccia e alla pesca, con insenature e un golfo che può accogliere le navi di chi viaggia per mare.
La distribuzione degli insediamenti
Scarse ma significative sono le evidenze archeologiche delle fasi precedenti al ciclo culturale nuragico.
Il bronzo antico è documentato dalle tombe ipogeiche di Serra ‘e is Araus e di S’Arrocca Tunda di San Vero Milis, il bronzo medio dalle domus de janas di Serra e is Araus e nell’abitato di Sa Pesada Manna a Cabras.
Il Sinis è un’area geografica caratterizzata da una elevata densità di nuraghi.
Tra il bronzo medio e il bronzo recente, infatti, nascono i primi insediamenti policentrici, strumento di potere e controllo del territorio, in cui i nuraghi rappresentano le cellule funzionali, interdipendenti e organizzate gerarchicamente. Secondo le recenti ricerche si conservano i resti di circa novantatré nuraghi e circa settantuno insediamenti abitativi nuragici che accompagnano l’età d’oro dei nuraghi e i tempi successivi al loro declino.
Fra tutti, si distinguono i nuraghi Sàrgara, Piscina Arrubia, Su Cadalanu, Leporada e Matta Tramontis nella parte meridionale appartenente a Cabras, Su Cunventu, Spinarba, Nurache ‘e Mesu e Sa ‘e Procus nella parte settentrionale appartenente a San Vero Milis. Al bronzo finale risale la costruzione del tempio a pozzo di Cuccuru ‘e is Arrius, situato lungo la sponda meridionale dello stagno di Cabras.
Importanti sono le evidenze attribuibili alle fasi del bronzo finale e della prima età del ferro, testimoniate soprattutto dalla diffusione degli insediamenti agricoli e della cultura materiale tardo-nuragica.
Inoltre, nel periodo compreso tra il dodicesimo e il nono secolo avanti Cristo, si rileva una presenza di materiale di provenienza cipriota nell’insediamento nuragico di Su Murru Mannu a Tharros e, nel prosieguo di tempo, dall’ottavo-settimo secolo avanti Cristo, di ceramiche fenicie a Tharros e nelle campagne del Sinis.
Dal golfo di Oristano, attraverso la valle del Tirso, giungono nell’interno dell’isola ceramiche e bronzi di produzione orientale.
Sono dunque concrete le testimonianze della presenza dei popoli orientali, per lo più fenici, che percorrevano le rotte mediterranee occidentali alla ricerca delle materie prime e di nuovi mercati per i loro prodotti di raffinato artigianato.
Particolarmente importante l’area di Tharros, il cui insediamento fenicio risalirebbe al settimo secolo avanti Cristo.
L’assetto territoriale in età tardo-punica conosce, con il passaggio alla dominazione romana, una forte continuità nelle scelte insediative e nelle pratiche cultuali che continua fino alla prima età imperiale (primo secolo dopo Cristo).
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