



E quando vedevano cassoni di pietra lunghi diversi metri e pieni di ossa pensavano che fossero le tombe dei giganteschi costruttori dei nuraghi: uno solo dentro ogni tomba.
Ma i giganti della tradizione popolare sarda non sono mai esistiti nella realtà!
I nuraghi erano costruiti e abitati da esseri umani del tutto normali, mentre nelle tombe “dei giganti” erano sepolte decine di individui normali, fino a duecento uomini e donne, vecchi e bambini, tutti insieme, tutti uguali.
I nuraghi, così chiamati da millenni, e le “tombe dei giganti”, come le ha chiamate la gente di campagna, sono i ciclopici monumenti dell’età del bronzo della Sardegna (circa 1700-1200 avanti Cristo).
Le statue di Mont’e Prama, le necropoli, i villaggi e i santuari sono il prodotto di una rivoluzione culturale che inizia negli ultimi secoli dell’età del bronzo e dà i frutti più rigogliosi durante l’età del ferro (circa 950-730 avanti Cristo).
L’età del ferro è un’età civile, organizzata, strutturata in società dinamiche in rapida trasformazione.
L’età del ferro è l’ultimo periodo della civiltà nuragica, erede della grandiosa età del bronzo, ma profondamente mutata.
Col definire le statue eroi si vuole rinunciare definitivamente a questa idea superata e inadeguata del nostro passato gigantesco, per mettere in evidenza le luci ma anche le ombre, per far la pace con la nostra storia, che è lo specchio del nostro presente.








