La campagna di scavo del 2014
Il 5 maggio del 2014 riprendono dopo più di trent’anni le indagini archeologiche a Mont’e Prama sotto la direzione di una squadra della Soprintendenza di Cagliari (Alessandro Usai ed Emerenziana Usai) e dell’Università di Sassari (Raimondo Zucca, Paolo Bernardini e Pier Giorgio Spanu).
Vengono effettuate indagini geofisiche con il georadar su circa ottantamila metri quadrati. Il sottosuolo viene esaminato, a cura del professor Gaetano Ranieri, da sedici angolazioni diverse per osservare le anomalie del terreno.
In base alle anomalie geofisiche principali e alle analisi sulle foto aeree e satellitari vengono effettuati saggi di scavo in tre quadrati della parte più orientale dell’area, senza tuttavia rinvenire elementi a conferma delle anomalie individuate.
Quindi gli scavi si concentrano nuovamente sulla necropoli, a sud delle porzioni indagate da Bedini e Tronchetti negli anni Settanta.
Accanto a un nuovo tratto della strada funeraria appaiono otto tombe coperte con lastre quadrate e, più a est, altre otto tombe disposte su tre filari irregolari, a pozzetto semplice, con accumulo di pietre, destinate alla deposizione singola di individui inumati in posizione rannicchiata che, a giudicare dalle ceramiche riferibili almeno al decimo secolo avanti Cristo, sembrano costituire la prima sistemazione funeraria del sito.