Mont’e Prama 2016-2019

Social tour

Percorso di visita negli stagni di Cabras

Il social tour è uno degli strumenti innovativi che sono stati promossi tra le azioni del Piano di comunicazione per valorizzare il complesso scultoreo di Mont’e Prama.

È un format di comunicazione innovativo per la promozione del territorio o di un evento con l’obiettivo di far diventare un territorio, un evento o un’azienda, protagonisti di un’azione di storytelling che verrà conosciuta, riconosciuta e rilanciata attraverso i principali social network. A partire da Instagram.

L’idea nasce dalla consapevolezza che il primo passo per raccontare una storia è viverla, raccontare una destinazione attraverso gli sguardi di chi la vive ogni giorno, di chi la scopre durante una vacanza, di chi la riconosce sui social media.

Alla scoperta delle tipiche barche di Cabras: “is fassonis”
Le spiagge sotto capo Mannu

Al centro del racconto vi sono la visita ai centri storici, le escursioni all’aria aperta, gli itinerari eno-gastronomici, i siti archeologici, i musei e l’arte, le rievocazioni storiche, gli eventi identitari, la visita a laboratori artigianali o ad aziende “simbolo” radicate sul territorio, solo per citare alcune opportunità.

Il racconto dell’esperienza avviene in tempo reale tramite immagini fotografiche, video e testi scritti pubblicati su Instagram e gli altri social media.

Gli ospiti narranti racconteranno in modo innovativo la loro esperienza e la faranno conoscere alla loro rete social.

Le “cumbessias” di San Salvatore
La spiaggia sotto la torre di San Giovanni
Le splendide acque di Sa Mesa

Social tour nella Penisola del Sinis alla scoperta del patrimonio di Mont’e Prama

#wearemonteprama: unisciti al racconto!

Ecco quello di Alice Secchi di Instagramers Sardegna.

La Sardegna è un’antica terra popolata dall’uomo da millenni. Gli oltre 7.000 nuraghi che caratterizzano il suo paesaggio sono testimonianza della civiltà nuragica.

Il complesso scultoreo di Mont’e Prama è forse la massima e ultima espressione di questa cultura. Le statue, posteriori di qualche secolo rispetto alla costruzione dei nuraghi e delle cosiddette “tombe dei giganti”, sono il segno del cambiamento, della trasformazione e dello sviluppo della società. Per questa nuova società il tempo lontano dei nuraghi era oggetto di venerazione e richiamo identitario. Un popolo di guerrieri, pugilatori, arcieri. Un popolo portatore di valori, ideali, poteri, identità e prestigio di un passato glorioso. Ecco perché Eroi.

E sono proprio eroi quelli che abbiamo ammirato al Museo Civico di Cabras durante il social tour organizzato tra l’11 e 13 maggio 2018 nell’ambito del progetto #wearemonteprama, in collaborazione con Instagramers Sardegna e con il supporto della rete Sinis Sardinia Experience. Al cospetto delle statue dei nostri avi, alte quasi due metri, scolpite con maestria nella pietra calcarea bianca oltre 3.000 anni fa, ci si sente inevitabilmente un po’ più piccini. Sguardi fieri, ammalianti, enigmatici, armature possenti e finemente decorate, pose scultoree e orgogliose di chi è stato plasmato per proteggere la propria terra, il Sinis.

La torre aragonese di capo Mannu
La splendida spiaggia di San Giovanni di Sinis

L’oro di Cabras

Oggi come allora, questa bellissima sub regione dell’oristanese, che si affaccia sulla costa centro occidentale della Sardegna, merita di essere protetta e valorizzata, scoprendola e vivendo appieno tradizioni, usi e costumi. Passando anche per la sua straordinaria cucina. Ecco allora che è d’obbligo una visita al Consorzio Pontis, di cui fanno parte 11 cooperative di pescatori. Alla Peschiera Sa Madrini abbiamo potuto osservare gli uomini a lavoro mentre tendono le reti. Il risultato? Centinaia di muggini che saltano dentro e fuori dall’acqua: per chi non hai mai visto questo “rito”, vi assicuriamo è un vero spettacolo!

Pescatori al lavoro nella peschiera Sa Madrini
Un gran bel muggine!

E proprio dalle uova della femmina del muggine attentamente salate ed essiccate, si ricava quello che è conosciuto come l’oro di Cabras: la prelibata e gustosissima bottarga. Questo alimento tradizionale dal colore ambrato che profuma di mare, ha un gusto deciso che o si ama o si odia. La più pregiata è quella venduta con su biddiu, ossia una parte che rappresenta il suo “ombelico”. Ce l’ha spiegato la signora Antonella, del Tharros RistoBar in cui abbiamo gustato prelibatezze fatte a regola d’arte come il paté e gli spaghetti alla bottarga e la speciale pasta “fumetto” con muggine affumicato, melanzane, pomodorini e, a piacere, tanta freschissima bottarga!

Una bella baffa di bottarga con “su biddiu”
Gli spaghetti alla bottarga

Tharros

Giusto il tempo di un caffè per spostarsi di pochi metri e visitare le rovine dell’antica città fenicio-punica di Tharros e la torre adiacente: da qui il panorama sull’area protetta della Penisola del Sinis è davvero fantastico e le foto sono d’obbligo!

Tutt’intorno il mare più pulito che ci sia e che incornicia ogni momento di questo breve ma intenso viaggio: da quello azzurro ricco di storia di San Giovanni di Sinis, a quello turchese della spiaggia di Sa Mesa Longa, a quello che al tramonto si tinge di mille sfumature di rosso intorno al promontorio di Capo Mannu, ultimo baluardo del Sinis e per noi punto di arrivo all’Hotel Raffael di Putzu Idu, in cui abbiamo soggiornato.

Il giardino dell’hotel Raffael

Quel mare che da sempre accompagna i pescatori sui loro fassonis, le tipiche imbarcazioni di Cabras, uniche al mondo, da cui fino a qualche anno fa venivano lanciate le reti da pesca in laguna. Oggi, proprio come in passato, il signor Elia Secchi intreccia a mano, con perizia e maestria, i fascioni di feu, la canna palustre con cui vengono realizzate queste suggestive imbarcazioni che scivolano silenziose sull’acqua.

Le mani di signor Elia
Il signor Elia Secchi in posa, orgoglioso, con un suo “fassoni”

Quell’acqua, quel mare, sorvegliato dagli eroi di Mont’e Prama, i nostri antenati, patrimonio storico e simbolo di appartenenza a una terra antica, magica e indimenticabile.

Digital storytelling