Potrebbe partire già tra una decina di giorni la nuova campagna di scavi nel sito di Mont’e Prama. Lo hanno annunciato questa mattina in una conferenza stampa congiunta al Museo Civico di Cabras la Soprintendenza di Cagliari e Oristano, il Segretariato regionale del Mic e la Fondazione Mont’e Prama. Il cantiere resterà aperto per un anno ed è finanziato dal Ministero con 277 mila euro.
All’incontro con la stampa hanno preso parte la soprintendente per l’Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Cagliari e Oristano Monica Stochino, il Segretario regionale del Ministero della Cultura Patricia Olivo, il presidente della Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni, la direttrice Nadia Canu e gli archeologi Maura Vargiu e Alessandro Usai rispettivamente responsabile per il procedimento e direttore scientifico dei lavori.
“Si tratta di un intervento molto importante – ha spiegato Patricia Olivo – per il quale verranno impiegati 277 mila euro dei 600 mila finanziati. Abbiamo voluto garantire a questo progetto la massima apertura e pubblicità, con una gara che ha dato modo a tutte le ditte nazionali di partecipare. I lavori saranno svolti dalla Venezia srl sotto la direzione di altissime professionalità dell’archeologia sarda”.
“L’intervento – ha detto la soprintendente Monica Stochino – riguarderà due mappali della zona di Mont’e Prama, ci aspettiamo risposte significative visto che si tratta di luoghi in cui già ci sono stati importantissimi ritrovamenti. Credo sia giusto sottolineare la sinergia con cui questi progetti proseguono con la Fondazione Mont’e Prama che curerà la comunicazione della campagna di scavo, ma anche con il Segretariato e con la Soprintendenza di Sassari e Nuoro”.
L’archeologa della Soprintendenza Maura Vargiu è entrata nel dettaglio dell’intervento: “Si tratta di una campagna di scavi che prevede l’impiego di diverse figure specializzate che opereranno assieme a Mont’e Prama dove si affrontano contesti differenti. Si lavorerà per un anno, siamo pronti ad allargare il team con altre competenze specialistiche se si presentasse la necessità”.
“Gli scavi interesseranno due aree e tre o quattro settori – ha affermato il direttore scientifico Alessandro Usai – si indagherà sul fronte delle sepolture, ma scaveremo anche a Ovest, dove si trova la parte nuragica. Ci sposteremo anche verso Sud dove contiamo di acquisire una serie di nuovi dati importanti”.
Il presidente della Fondazione Anthony Muroni ha messo in evidenza l’importanza dell’accordo tra SABAP, Segretariato e Fondazione che consente a quest’ultima di proseguire la sua mission statutaria rivolta alla ricerca e allo studio del patrimonio archeologico del Sinis. “Si scaverà nel mappale di proprietà della Curia – ha spiegato Muroni – ceduto in uso alla Fondazione col suo ingresso come socio sostenitore. Nel secondo terreno si scaverà in regime di occupazione temporanea in attesa che si proceda con gli espropri dei terreni per i quali vi sono già la dichiarazione di pubblica utilità da parte del Ministero e un finanziamento della Regione”.
A margine dell’incontro il presidente Muroni ha annunciato la decisione della direttrice della Fondazione Nadia Canu di fare ritorno negli uffici della Soprintendenza. Sarà pertanto necessario procedere alla nomina di un nuovo direttore. “Sarà il CdA – ha affermato il presidente – a individuare la procedura. Si potrà scorrere la graduatoria o bandire un nuovo concorso”.
Nadia Canu ha spiegato le ragioni della sua decisione: “Con la mostra al Metropolitan – ha detto – si chiude la mia esperienza da direttrice. L’attività sul campo e l’impegno quotidiano per la tutela del patrimonio archeologico sono per me non un semplice lavoro, ma una vera e propria vocazione”. Canu ha poi ringraziato il CdA e tutto il personale della Fondazione e della Cooperativa Penisola del Sinis per il lavoro svolto sotto la sua direzione.