Manneddu, uno dei Giganti di Mont’e Prama, approda in Catalogna, nel Museo Archeologico di Barcellona, in cui rimarrà per 6 mesi, fino al 2 novembre.
La giornata inaugurale si è aperta con i saluti del Direttore del MAC (Museu d’arqueologia de Catalunya) Jusèp Boya, seguito dagli interventi del Console d’Italia a Barcellona, Luca Fava, della Direttrice Regionale dei Musei della Sardegna, Valentina Uras, e del Presidente della Fondazione, Anthony Muroni.
Anthony Muroni, Presidente della Fondazione Mont’e Prama
“Barcellona rappresenta una nuova, importante tappa nel percorso di valorizzazione culturale intrapreso dalla Fondazione Mont’e Prama, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza del patrimonio storico e archeologico dell’isola – dichiara Anthony Muroni, Presidente della Fondazione Mont’e Prama – Con l’esposizione di Manneddu, una delle preziose testimonianze della storia millenaria della Sardegna, al Museo Archeologico della Catalogna, i Giganti di Mont’e Prama si inseriscono in un ampio progetto di valorizzazione internazionale che mira a promuovere la conoscenza di un territorio in cui la storia delle civiltà trova punti in comune oltremare. La missione della Fondazione è quella di costruire un dialogo interculturale in linea con la promozione di una memoria condivisa del Mediterraneo”.
Sardegna Isola Megalitica
“L’esposizione è frutto della collaborazione tra Fondazione, MAC, Regione Autonoma della Sardegna, Ministero Italiano della Cultura, Direzione Generale dei Musei della Catalogna e con il supporto del Consolato Italiano a Barcellona, dell’Ambasciata d’Italia a Madrid, dell’Istituto Italiano di Cultura a Barcellona e della Direzione Regionale Musei Sardegna. La presenza di Manneddu a Barcellona si inserisce in un più ampio progetto di diplomazia culturale, volto a rafforzare i legami tra Sardegna e Catalogna, attraverso il linguaggio universale dell’archeologia. La Penisola Iberica si conferma un contesto favorevole alla costruzione di alleanze durature, basate su progetti strutturati, capaci di generare valore culturale e benefici sociali nel lungo periodo.”
Giornata del Made in Italy e della Ricerca Scientifica
“Ieri, in occasione della Giornata del Made in Italy e della Ricerca Scientifica Italiana nel Mondo, abbiamo partecipato con entusiasmo alla conferenza ‘Le sfide della ricerca archeologica tra AI e nuove tecnologie: eccellenze italiane’, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona e dal Museu d’Arqueologia de Catalunya. La nostra testimonianza ha voluto sottolineare l’importanza della divulgazione fondata su solide basi scientifiche. La ricerca, infatti, rappresenta il pilastro su cui costruire una narrazione credibile e coinvolgente del patrimonio culturale. In questo contesto, l’intelligenza artificiale sta emergendo come uno strumento innovativo, capace di amplificare l’impatto della comunicazione e rendere accessibili le scoperte a un pubblico sempre più vasto”.
“Questa di Barcellona è una tappa inserita in un percorso strategico che ha visto la nostra Fondazione protagonista in Spagna in vari momenti: a Madrid per le celebrazioni del 2 giugno 2024, ospite dell’Ambasciata, poi al MAN con l’esposizione di Manneddu, sempre grazie all’azione dell’Ambasciata e dell’Istituto Italiano di Cultura, e ancora al Guggenheim di Bilbao, grazie alla campagna di comunicazione congiunta con la Dinamo Sassari”.
“Poi, la partecipazione a Fiere come Fitur ha permesso di avviare importanti contatti con operatori internazionali, aprendo nuove opportunità per la creazione di itinerari turistici culturali innovativi. In questo modo e facendo rete con realtà di spicco, si arriva ad un risultato congiunto da cui tutte le comunità potranno trarre beneficio. Oggi abbiamo condiviso orizzonti comuni legati al tempo in cui viviamo, un tempo in cui il dialogo viene spesso sostituito dalla prepotenza, e in cui le reti vengono lanciate non per unire i popoli, ma per disarcionare i compagni di viaggio. Eppure, è proprio un impegno comune quello che serve per costruire un domani migliore dell’oggi. Chi ricopre un ruolo pubblico deve adottare un modus operandi orientato all’unione. I Giganti non sono soli: sono inseriti in un quadro più ampio, che non riguarda soltanto l’intera Sardegna, ma coinvolge tutte le istituzioni. Le testimonianze offerte dai reperti e dalle ricerche ci raccontano che la Sardegna ha una storia, e in questa mostra sarà possibile comprendere quale sia il posto che essa occupa nel Mediterraneo”.
Jusèp Boya, Direttore del Museu d’Arqueologia de Catalunya
“Accogliere Manneddu al MAC significa aprire una finestra sulle culture più affascinanti del Mediterraneo occidentale – ha affermato Jusèp Boya, Direttore del Museu d’Arqueologia de Catalunya –. Siamo onorati di ospitare questa mostra sulla Sardegna che racconta una storia di forza, memoria e identità. La straordinaria ricchezza del patrimonio archeologico dell’isola sarda, con un focus sulla civiltà nuragica, tema caro alla nostra regione, segue la linea del nostro Museo. Il nostro obiettivo è quello di unire le civiltà che si sono incrociate nel mediterraneo, sede di scambi commerciali e sociali. Il patrimonio catalano non si può comprendere senza che sia messo in dialogo con le civiltà europee e mediterranee e noi abbiamo il dovere di portare alla conoscenza le origini e la storia che ci ha preceduto”.
“Oggi, grazie all’impegno della Fondazione e alla rete di collaborazione tra istituzioni come la Regione Sardegna, la Direzione regionale dei Musei della Sardegna, il Ministero Italiano della Cultura, il Consolato d’Italia a Barcellona, il Museo Nazionale di Cagliari, l’Istituto Italiano di Cultura, e Villaggio Globale International che ha curato l’organizzazione della mostra, possiamo ammirare la storia antica della Sardegna con il complesso scultoreo di Mont’e Prama rappresentato da Manneddu”.
Luca Fava, Console Generale d’Italia a Barcellona
“Ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno collaborato a questa magnifica iniziativa, voluta fortemente anche dal Consolato e dall’Istituto Italiano di Cultura a Barcellona – esordisce Luca Fava, Console Generale d’Italia a Barcellona – L’investimento che abbiamo fatto va oltre l’aspetto finanziario: Manneddu è il vero ambasciatore della cultura nuragica in Italia, ha viaggiato come un diplomatico in tanti angoli del mondo. Questa esposizione visitabile da oggi al Museo Archeologico della Catalogna, rappresenta la pluralità delle anime che hanno fatto la storia millenaria, con reperti che rappresentano alla perfezione le civiltà del mediterraneo, un mare che ci ha sempre unito. La comunità catalana è poi il segno tangibile di tutto questo. Ringrazio tutte le istituzioni sarde che hanno avuto intelligenza e visione comune ai fini della costruzione di questo percorso”.
Valentina Uras, Direttrice della Direzione Regionale dei Musei della Sardegna
“Sono molto felice di essere qui – esprime con entusiasmo Valentina Uras, Direttrice della Direzione Regionale dei Musei della Sardegna – dopo le tappe di Berlino, Salonicco, San Pietroburgo, oggi rinnoviamo la nostra missione, quella di far conoscere il patrimonio storico archeologico della nostra isola. Questo allestimento è innovativo, in termini di apparato fotografico e video, perché il nostro patrimonio ha la caratteristica di essere incastonato nella pietra, quindi vederlo immerso nel contesto che gli ha dato origine ci riempie di orgoglio. Ringrazio di cuore il Direttore Boya per l’opportunità di questa esposizione in questo meraviglioso Museo. Dei 200 reperti esposti, 90 appartengono ai Musei che dirigo, rappresentativi di un impegno qualitativo perché si tratta di pezzi pregiati, tra cui due che per la prima volta escono dalla Sardegna: la sacerdotessa e la navicella nuragica, appartenenti al Museo Archeologico di Nuoro”.
Durante la giornata inaugurale si sono alternati momenti istituzionali, visite guidate dedicate alla scoperta del sito di Mont’e Prama e alle più recenti ricerche archeologiche, con grande curiosità del pubblico presente.